"Untitled film stills" è un lavoro di Cindy Sherman, fotografa e artista eclettica statunitense, che cominciò a scattare questa serie di foto nel 1977, a ventitré anni.
Le Untitled Film Stills sono 69 fotografie in bianco e nero di piccolo formato nelle quali la Sherman si presenta come attrice sconosciuta in riprese che evocano film stranieri, immagini di Hollywood, film di serie B, e film noir.
Le prime sei furono un esperimento: una immaginaria attrice bionda interpratata dalla Sherman stessa. Le foto appaiono come pose e fotogrammi di un film degli anni '50 o come immagini pubblicitarie che catturano la protagonista in momenti rubati alla sua vita domestica.
Il nome del progetto è calzante, e come provini senza titolo,
Cindy Sherman decide di distinguere le foto una dall'altra solo con un numero, preservando così la loro ambiguità.
Le opere sono state spesso create nel suo appartamento, usando oggetti e costumi propri o presi in prestito.
Le Untitled Film Stills sono raggruppate in serie distinte: nelle prime 6 le foto sono sgranate e leggermente fuori fuoco , e ciascuno dei ruoli sembra essere svolto dalla stessa attrice bionda.
Nelle successive Sherman tornò a lavorare nel suo appartamento, preferendo scattare in casa o in ambienti a lei familiari e immortalando altre donne.
Ha creato la sua versione di un personaggio di Sophia Loren nel film "La crociere" (ad esempio Untitled Film Still #35), ha ripreso diverse scene mentre si prepara per il viaggio in Arizona con i suoi genitori, ha scattato al tramonto, e di sera. Il resto della serie è stata girata nei dintorni di New York.
Nel dicembre 1995 il Museum of the Modern Art di New York ha acquistato tutte le 69 fotografie della serie per una cifra stimata di un milione di dollari.
Nel cercare una forma di propria rappresentazione, la Sherman ha toccato un nervo sensibile dei suoi tempi e della cultura, nel senso ampio del termine. L'immagine della donna che ne deriva è di una figura languida, romantica ma anche provocante e sicura della sua femminilità.
Nonostante fosse la fine degli anni '70 Cindy Sherman volle riproporre la proiezione dell’inconscio maschile, di una cultura maschile (e maschilista);
è stata accusata da alcune femministe di non opporsi a tale visione, ma questo lavoro è una parodia degli stereotipi imposti dalla società alla donna e vuole descrivere, con le immagini, che alcuni clichè sulle donne, purtroppo, sono ancora difficili da superare.
L'ho sempre trovata geniale questa donna.
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