

Dal design decostruzionista e sovversivo alla couture avant-garde; dal capo ricco di lavorazioni sartoriali (drappi, ricami, aggiunte di stoffa) al capo minimal dalla linea pulita ; dalla minimizzazione del marchio all'invisibilità dello "stilista fantasma", mai fotografato né intervistato di persona; dagli interni inusuali delle sue boutique ai camici bianchi che i suoi collaboratori indossano nell'atelier parigino.

Esposti capi ed accessori iconici, a volte come feticci, sicuramente una mostra da non perdere, che ha riscosso un notevole successo nelle precedenti tenutesi ad Anversa e a Monaco di Baviera.



Fonte : style.it