






Le feu follet è un film di Louis Malle del 1963, tratto dall'omonimo romanzo di Pierre Drieu La Rochelle.
Il protagonista è Alain, versione nera del dandy di Baudelaire che Drieu aggiorna allo spaesamento generazionale del dopo Prima Guerra Mondiale.
Ogni suo gesto è ribellione al mito del lavoro e della produttività.
Alain è padrone nel vuoto dell’esistenza della sua pelle, suicidandosi.
“La vita non andava abbastanza in fretta per me, io l’acceleravo”. Il suicidio è un paradossale ritorno alla realtà, un atto volontario e libero.
In una società ferita e lacerata dalla Prima Guerra Mondiale, incapace di risollevarsi dall’orrore e dal degrado, Alain, ribelle ed anticonformista rifiuta ogni convenzione e non trova più pace né salvezza in niente. Alain è negazione del sistema. Inquietudine, isolamento e claustrofobia pura.
Le donne che entrano ed escono dalla sua vita non sono altro che impotenti spettatrici di una storia esistenziale senza lieto fine.